L’agnocasto è un arbusto dai fiori violacei , originario dell’Asia centrale e diffuso nell’area l Mediterranea e in Marocco esso cresce lungo i torrenti e sulle sponde dei fiumi.
Gli antichi Greci lo usavano somministrandolo alle donne per tenere a bada gli eccessivi stimoli sessuali, tradizione che si perpetuava fino al Medioevo, quando i monaci mettevano boccioli nei sai per frenare la loro libido. Il suo nome latino, “agnus castus”, indica la qualità della pianta e le sue proprietà progestiniche. I suoi piccoli frutti di forma allungata e di colore nero-rossastro, contengono un mix di componenti (tra cui flavonoidi e glucosidi) in grado di agire sull’ipofisi e contrastare i sintomi associati al periodo mestruale. Grazie alla sua azione antispasmodica, l’agnocasto ha la capacità di lenire crampi e tensione mammaria, di contenere tachicardia e di attenuare lo stress intenso che subiscono le ovaie.
L’agnocasto bilancia il sistema ormonale regolarizzando l’ovulazione, riduce in tal modo i cicli lunghi e allunga i brevi. Si può associare all’agnocasto la salvia sclarea, pianta nota fin dall’antichità per la cura dei malesseri femminili di origine nervosa usandola nei bagni serali diluendone piccole dosi gocce in acqua calda insieme a alla tintura di agnocasto nei giorni prima del ciclo.
L’agnocasto è un valido rimedio contro le noiose “caldane” e la miriade dei sintomi circolatori tipici della menopausa