Le notizie più antiche della produzione di piccoli specchi in vetro risalgono all’Egitto del I secolo A.C.: il tradizionale e facile uso del bronzo rendeva poco probabile l’unione del vetro con una foglia metallica.
Gli antichi specchi egizi arrivati fino ai nostri giorni sono dischi metallici, solitamente in bronzo o anche in rame, in argento e persino in lega metallica.
Essi avevano forma piatta, venivano lucidati e puliti accuratamente . Erano forniti di un manico a forma di colonnina, di figura femminile o di una divinità.
Gli specchi dell’epoca erano molto costosi e pare che fossero esclusivamente destinati alle classi sociali abbienti . Le persone meno ricchei dovevano accontentarsi di vedere il proprio riflesso nell’acqua.
È noto che gli egizi non conobbero lo specchio di stagno almeno fino all’epoca cristiana. Gli specchi avevano anche una funzione religiosa e funeraria: erano elementi di culto.
gli specchi erano in rapporto con il dio sole grazie alla loro forma e lucentezza, tanto che erano considerati simboli della rigenerazione e della vita.
Alla loro realizzazione gli artisti dedicavano cure particolari già durante il Nuovo Regno, tanto che i manici di questo periodo mostrano grande raffinatezza. Abituali diverranno i manici a forma di ragazza nuda. Soltanto i ricchi potevano permettersi il lusso di avere specchi, peraltro oggetti notevolmente apprezzati.
Gli specchi appaiono raffigurati di frequente nei dipinti murali delle tombe egizie. Un manoscritto risalente alla fine dell’Antico Regno, descrive la presa di potere da parte della nobiltà cita testualmente “La donna che guardava il suo volto nell’acqua ora ha uno specchio di bronzo”. Anche i Romani non ebbero grandi produzioni di specchi pur in presenza di una notevole capacità tecnica nella lavorazione dei vetri.
Nel XII secolo in alcune zone della Germania e della Lorena si sviluppò un buon artigianato che metallizzava il vetro con il piombo riuscendo a produrre specchi di piccola dimensione.
Furono i veneziani nel 1300 ad introdurre la lavorazione degli specchi in vetro ,essi da sempre abili vetrai, nel 1318 tentarono di introdurre la lavorazione degli specchi in vetro a Venezia,
Verso la metà del XV secolo, Angelo Barovier inventò a Muranoil “cristallo”, un vetro così limpido, trasparente ed incolore da assomigliare al cristallo di rocca: sarà uno dei segreti degli specchi veneziani. Cento anni dopo (1540) Vincenzo Redor (o Rador), veneziano, mise a punto e brevettò un procedimento di spianatura e lucidatura delle lastre di vetro che consentì di ottenere specchi con superfici perfettamente piane e regolari. E’ lui l’inventore degli specchi veneziani.